Negli ultimi due, tre anni, Richemont Group ha spinto moltissimo Cartier ID TWO Concept Orologi di replica in alto, nei cieli dell’Alta Orologeria. Invece, come il suo predecessore ID ONE Cocept è un segnatempo che concordi o discordi dalla sua filosofia sta facendo e farà anche in seguito molto parlare di sé. Così, vedere un nuovo “concept” orologiero che affronta in maniera mai vista prima il limite fisico degli attriti presenti in un movimento meccanico, con 32 giorni di riserva di carica marchiato Cartier, non sembrerebbe tanto una sorpresa.

Lanciato nel 2009 Cartier ID TWO Concept Copia orologio fu il primo segnatempo mosso da un movimento, virtualmente eterno, che non necessita di alcuna regolazione. L’obiettivo dichiarato fu raggiunto grazie a un approccio futurista sulle tolleranze – prossimo al micron µ – tramite tecnologie DRIE (più in basso la spiegazione). In pratica, gli elementi del suo Calibro come scappamento e molla del bilanciere sono stati ottimizzati sia nella forma che nei materiali come ad esempio il cristallo di carbonio, Niobio Titanio (NbTi), Zerodur* e rivestimento ADLC. (*Zerodur è un marchio registrato dalla Schott AG).
Interessante, ma tutto ciò – come l’anno scorso affermò in un intervista diretto e senza mezzi termini Maximilian Busser – è oramai “quotidianità”, e non stiamo parlando di IT, ma delle nostre amate molle, ruote, spirali con Secoli di “lenta evoluzione tecnica” alle spalle. Bernand Fornas – CEO della Maison – ha dichiarato che con ID TWO Concept la manifattura di La Chaux-de-Fonds, vuole dare un segnale di quella che sarà la direzione di Cartier orologi replica che vedremo tra il 2020 e il 2030 anzi, sottolinea che “gli orologiai stanno lavorando per i segnatempo che vedremo nel 2040 e nel 2050”.